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Progetto HSD: così Microsoft studia come migliorare lo storage olografico e la sua implementazione nel cloud

Sommario:

Anonim

Ogni volta che abbiamo bisogno più capacità di archiviazione nella nostra vita quotidiana I giorni di tre e mezzo o cinque e un quarto e il suo minimo capacità. Disponiamo di schede microSD da centinaia di gigabyte e recentemente abbiamo visto SSD rimovibili per le nuove console Microsoft con una capacità di un terabyte.

Stiamo parlando di storage fisico, via flash, ma in Microsoft stanno già pensando al prossimo s alto e ieri al loro Ignite conferenza, la società ha annunciato Progetto HSDQuesto è un nuovo modo per determinare la possibilità di utilizzare l'archiviazione olografica nel cloud.

Ologrammi per memorizzare i dati

La memorizzazione olografica non è qualcosa di nuovo, poiché esiste dagli anni '60. tempo di archiviare informazioni e quindi registrare pagine di dati che sono immagazzinati come un piccolo ologramma all'interno di un cristallo.

La novità è che ora Microsoft ne vede l'utilizzo nel cloud come fattibile e affinché questa iniziativa possa concretizzarsi è stato creato uno strumento essenziali che ci accompagnano quotidianamente come i cellulari smart.

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Grazie all&39;utilizzo della fotocamera dello smartphone la tecnica di memorizzazione olografica originale può essere migliorata. Infatti, Microsoft Research Cambridge, uno dei collaboratori del progetto insieme a Microsoft Azure, afferma di aver raggiunto una densità 1.8 volte superiore a quello raggiunto dall&39;archiviazione olografica volumetrica e mira ad aumentare ulteriormente la densità e le velocità di accesso."

Tutti noi associamo l'ologramma a questa sequenza

L'obiettivo di questo progetto è sfruttare le fotocamere degli smartphone, sempre più potenti e con una risoluzione maggiore, unite a tecniche di deep learning (deep learning) e quindi rendere il processo più conveniente e accessibile. quando si utilizzano hardware e software commerciali.

Questo risolve uno dei problemi di questa tecnica, ovvero che la memorizzazione olografica richiede tradizionalmente un'ottica complessa per ottenere la coincidenza di pixel uno a uno sul vetro con la telecamera che lo legge. Le tolleranze di produzione possono ora essere ridotte tramite calibrazioni e compensazioni a livello di software.

Questa tecnica permetterebbe di capacità di scrivere e leggere diversi bit in parallelo, bit disponibili con memoria olografica, ora l'obiettivo è raggiungere con questo sistema elevate velocità di accesso e alte prestazioni dei dati evitando colli di bottiglia.

Via | ZDNet

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